The doorman ... from USA

Trailer del film "The Doorman"
Direttamente dalla realtà americana...
una docufiction sulla realtà dei locali più cool e della vita notturna!



Trailer su youtube

I formati e le riprese HD per il cinema

L'HD sembra per molti la nuova frontiera del cinema digitale, e per alcuni aspetti lo è (ricordarsi che è un formato nato per la tv comunque!). Tutti credono che girare in HD sia più semplice, con maggior resa e soprattutto più economico.
Di fatto non è proprio così. Sicuramente si hanno numerosi vantaggi, tra cui il principale è l'abattimento dei costi. Ma l'uso del mezzo va integato con una grossa preparazione, teorica e tecnica, ed un know-out assai avanzato. Questo soprattutto se si vuole raggiungere una buona qualità del girato ed una pulizia delle immagni (magari per poi avere la possibilità di riversare in pellicola il lavoro).
Sul web girano molte dispense sull'HD (girate per i forum, c'è gente veramente esperta in giro).
Vi ho messo i link di alcuni documenti (piuttosto comlpessi ma assai utili) dal sito dell' AVID Italia.

Scarica la guida sull'HD.
Parte prima
Parte seconda

Come riprendere in HD.
Parte prima
Parte seconda

La nostra "talpa" al ministero

Inizia l'avventura di un blog....
E che ci raccontiamo? E cosa vi racconto?
Io SuperMibac, inviato speciale al MIBAC, affronto la prossima settimana le audizioni per la concessione del contributo ministeriale agli IC (film d'interesse culturale).
Produttori e registi avranno un quarto d'ora a disposizione per convincere la terribile Commissione che il "film in questione" è un'impareggiabile opportunità per risollevare le sorti del cinema italiano.
Fra retroscena e losche dinamiche, vediamo se si riesce a tirar fuori qualcosa di interessante...

Mi raccomando..."Acqua In Bocca"

SuperMibac

"Meduse", nuovo film sulla realtà israeliana al di là dei soliti stereotipi

Qualche giorno fa al "Nuovo Sacher" di Trastevere, tempio di Nanni Moretti, è stato presentato un film israeliano distibuito dalla società del cineasta romano.
Il film racconta con rara poesia neorealista la vita quotidiana di tre donne, assai diverse, ma accomunate dai problemi quotidiani della vita (non si pensa sempre solo alla guerra e agli attentati, sorattutto quando si soffre per le vicissitudini di tutti i giorni: amore, lavoro, infanzia spezzata, gelosia...)
Abbiamo potuto essere presenti alla proiezione del film ed al successivo dibattito tra gli autori e i giornalisti moderato dallo stesso Moretti. Abbiamo assistito anche al suo abbandono della sala (con la stessa faccia di quando in "Palombella Rossa" veniva pronunciata la parola "Kich" dalla giornalista!) alla domanda "credete che l'aver messo una vespa nelle scene abbia convinto Moretti a distribuire il vostro film?"

Trama e conferenza stampa con Moretti

AMERICAN GANGSTER il nuovo film di Ridley Scott sbanca il box office USA

Parata di premi oscar per il nuovo film di Ridley Scott. L'autore di cult movie come "Il Gladiatore" e "Blad Runner" (recentemente presentato nella versione definitiva all'ultima mostra del cinema di Venezia). Protagonisti della pellicola Denzel Washington nei panni di un malavitoso di Harlem e Russell Crowe , l’investigatore che gli dà la caccia.

Sembra preannunciarsi un nuovo film di gangster, però dalla struttura narrativa moderna e dal ritmo serrato (sul filone ripreso e rielaborato dal maestro Martin Scorsese con “The Departed”).

Il cast annovera anche Cuba Gooding Junior.

La storia è ambientata nel 1968 e si preannuncia assai complessa ed intrigata, oltre ad avere sicuramente il colpo di scena finale!

L’idea di far incontrare i protagonisti durante il match di pugilato del secolo Alì vs Frazier è geniale!

In America il film ha incassato alla seconda settimana di programmazione più di 80 milioni di dollari (46 milioni solo nel primo week-end)

Trailer film (ita)

Data d’uscita in Italia : 18 gennaio 2008

Recensione

Nuovi provvedimenti per l'industria cinematografica: il "Tax Credit"

Il provvedimento più atteso e, almeno in linea di principio, più condiviso trasversalmente sia tra i banchi parlamentari che tra i soggetti dell’industria cinematografica inserito in Finziaria 2008 è il Tax Credit. Ormai da molti anni nei paesi europei a forte propensione di consumo cinematografico gli aiuti di stato (ammessi dall’UE grazie alla cosiddetta “eccezione culturale”) si sono via via tramutati da contributi a forme di incentivazione fiscale. Virtuosa era stata l’esperienza inglese fino a qualche tempo fa, quando si è arrivati all’abuso da parte delle società di produzione che contabilizzavano valori eccessivi e presunte perdite che portavano a crediti verso il fisco vertiginosi!

Gian Marco Committeri dello Studio Tonucci&Partners ha condotto un’analisi sui migliori strumenti di incentivazione fiscale per il mondo cinematografico nazionale che è stata presentata al convegno ABI “La Finanza del cinema tra il pubblico ed il privato “ nel luglio scorso. E’ emerso che, visto l’esiguo valore dei fatturati e soprattutto dei margini delle nostre aziende nonché la loro bassa capitalizzazione, lo strumento più efficace sarebbe stato il credito d’imposta. La finanziaria raccoglie questo invito e lo dettaglia nell’articolo 7. Tale credito potrà compensare debiti con l’erario in termini di IVA, IRAP, oneri sociali o ritenute fiscali.

Si differenziano 2 categorie di soggetti verso i quali rivolgere l’attenzione: le aziende con partita iva fuori dal mondo del cinema (il cosiddetto Tax Shelter Esogeno) e quelle dell’industria cinematografica nazionale (Tax Shelter Endogeno). Tra queste ultime possiamo individuare 3 sotto categorie che hanno diversi incentivi: società di produzione, di distribuzione e di produzione esecutiva o post-prouzione. Non sono comprese nel testo le persone fisiche.

Per quello che riguarda le aziende non del settore cinematografico potranno effettuare investimenti fino ad un massimo di 2,5 milioni di euro per periodo fiscale avendo un credito d’imposta del 40%. Il tipo di contratto sarà di “associazione in partecipazione” per opere cinematografiche che abbiano la nazionalità italiana secondo i criteri del MiBAC. La quota associativa non potrà comunque superare il 49% (per far mantenere il controllo del progetto alla casa di produzione) ma la percentuale degli utili potrà arrivare fino al 70%. Questo dovrebbe incentivare a rischiare capitali nell’industria cinematografica da parte di aziende esterne.

Altro vincolo, ma questa volta per le aziende di produzione che ricevano tali capitali, è che l’80% dell’ammontare del credito d’imposta dell’investitore esterno sia speso in territorio nazionale.

Il credito di imposta previsto per la società di produzione è del 15% per periodo d’imposta, fino ad un massimo (totale cumulato di tutti i progetti della società) di 3,5 milioni di credito annuo (pari a 23.333.333 euro di investimenti complessivi).

Per la distribuzione, solo per il territorio italiano, le quote di tax credit cambiano a seconda si parli di opere che hanno ottenuto l’Interesse Culturale Nazionale dal Ministero (15% fino ad un massimo di 1,5 milioni l’anno), solo la nazionalità italiana (10% fino ad un massimo di 2 milioni l’anno) o si operi una produzione associata secondo le medesime regole del Tax Shelter Esogeno (20% fino ad un massimo di 1 milione d’euro l’anno).

Quest’ultima possibilità vale anche per gli esercenti cinematografici, che così potranno entrare nella produzione delle opere che loro stessi poi vanno a commercializzare al pubblico.

Agli esercenti è offerta anche la possibilità di un credito del 30% (fino ad un massimo di 50.000 euro l’anno) per l’acquisto di impianti digitali per ammodernare le sale.

Per ultime le società che operano produzione esecutiva, ovvero quelle che ricevono l’appalto della realizzazione pratica di un film, o le società di post-produzione (le così dette industrie tecniche).

Queste potranno avere un credito d’imposta del 25% della singola commessa di opera filmica (fino ad un massimo per opera di 5 milioni di credito) purchè si tratti di committenti stranieri che realizzino film, o parti di essi, sul territorio nazionale e con maestranze italiane. Questo dovrebbe permettere alle nostre aziende di fare prezzi più competitivi verso le produzioni internazionali ed attirarle così in Italia.

Le quote di cinema europeo ed italiano per SKY

L’articolo 40 del testo della Finanziaria 2008 riprende il Testo Unico della Radiotelevisione (dove è stata assorbita anche la Legge Gasparri) estendendo l’obbligo di programmazione di film europei ed italiani anche alle tv a pagamento. Tale obbligo per le televisioni era stato inserito nel TUR per recepire la direttiva UE “TV Senza Frontiere”, che imponeva agli stati membri di regolamentare il panorama radiotelevisivo in termini di pubblicità, di tutela dei minori, di tansnazionalità dei servizi tv ma soprattutto introduceva quote di trasmissione di prodotti europei e quote obbligatorie di investimento in produzione di cinema da parte dei broadcaster. Fino ad oggi le televisioni con accesso a pagamento, con sottoscrizione di abbonamento quindi, non risultano vincolate a tale obbligo. SKY Italia infatti non è tenuta ne a trasmettere ne ad investire in cinema europeo o italiano, a differenza di Mediaset e RAI. La società di Rupert Murdoch ha però concluso un accordo con API ed UNPF per il quale è stato creato un sistema chiamato “escaletor”: SKY si impegna a comprare film italiani secondo delle soglie di prezzo minimo fissate in base a quanto tali film abbiano incassato in sala. L’impegno ovviamente è sul prezzo, non sulla certezza dell’acquisto.

RAI e Mediaset hanno diversi obblighi invece. Il gruppo pubblico deve trasmettere per il 20% del tempo netto (tempo di programmazione meno le news, lo sport ed altri servizi) prodotti europei di produttori non riconducibili ad imprese televisive e realizzati negli ultimi 5 anni. Il 10% di questa quota deve essere prodotto italiano. Mediaset invece ha l’obbligo del 10% di tempo netto per tali prodotti europei e del 20% di questo in prodotti nazionali.

In finanziaria viene esteso il sistema delle quote di tempo netto di programmazione anche a SKY, con le stesse quote di Mediaset.

Diverso è il discorso per la quota in investimenti in produzioni cinematografiche nazionali, che a suo tempo ha sancito la nascita di Rai Cinema per la RAI e di Medusa Film per Fininvest (oggi passata anch’essa nel gruppo Mediaset).

Anche qui RAI e le tv private hanno differenti obblighi. La concessionaria pubblica deve investire il 15% del canone e degli introiti derivanti in produzione o acquisto di audiovisivo europeo. Il 20% di questo ammontare deve essere rivolto al mercato italiano.

I privati invece (sempre escludendo le trasmissioni satellitari) devono investire il 10% dei loro ricavi con una quota in prodotto italiano del 30%.

Questo spiega da una parte lo sviluppo di aziende come RAI Cinema, di 01 Distribution (società di distribuzione della RAI) e di Medusa Film, ma anche il gran proliferare di fiction nostrana nelle reti nazionali. Questo tipo di prodotto infatti rientra nella definizione di “prodotto audiovisivo” che le quote di investimento impongono ai broadcaster.

L’articolo 40 della finanziaria 2008 estenderebbe l’obbligo anche a SKY, con un 10% di quota investimenti. La legge fa riferimento agli introiti derivanti da “offerte televisive a pagamento di programmi di carattere non sportivo di cui esso (n.d.r. l’emittente) ha la responsabilità editoriale, inclusi quelli diffusi o distribuiti attraverso piattaforme diffusive o distributive di soggetti terzi”. Questo imporrebbe a SKY di investire anche gli introiti percepiti per permette l’accesso ad altri operatori che si appoggiano alla struttura SKY Italia per trasmettere (tutti i vari canali satellitari non riducibili al gruppo Newscorp). La quota riservata al prodotto italiano è del 35%. Secondo alcuni studi questo provvedimento farebbe accrescere da 35 milioni a 50 milioni di euro l’investimento di SKY in cinema italiano. La risposta del gruppo è stata che, se la legge dovesse entrare in vigore, l’accordo raggiunto con i produttori italiani per l’escaletor decadrebbe immediatamente.

Per quanto riguarda obblighi verso le società di telecomunicazioni, richieste a gran voce dai rappresentanti delle associazioni di categoria ANICA ed UNIVIDEO, tutto rimandato ad un regolamento dell’Autorità competente da presentare entro 6 mesi dall’entrata in vigore della legge.

Lieve riflessione sull'italica industria cinematografica: Il Mistero Buffo - Aggiornato!

Il Cinema (e si, ci vuole la "C" maiuscola in certi casi!): da sempre industria del sogno (o come diceva Rossellini, "un'arte che si innesta su un'industria") appassiona il pubblico e fa piangere gli addetti ai lavori!

Infatti con caducita ormai semestrale quest'ultimi partono con il pianto greco ed in coro pronunciano le fatidiche parole "il cinema è in crisi!" (e qui ci metto la "c" minuscola, parliamo d'altro...non di arte).

30 anni di assistenzialismo di stato alla produzione di pellicole di ogni genere, ma con i soliti cognomi noti, hanno atrofizzato le braccine degli imprenditori assetati di notorietà, di feste e starlette. Su tutti "Mutande Pazze" di D'Agostino. O "Private": come se il figlio di un noto personaggio televisivo-teatrale-cinematografico-musicale che abbia un'opera di tale levatura da essere candidata all' "o"scar non sappia chi contattare per avere due soldi per realizzarla! MA!

Non starò qui a fare una filippica moralista, ed anche un pò retorica, sulla decadenza dei costumi nel mondo del "c"inema, ne tantomeno a puntare il dito su questo o quello...lascerò l'analisi ai freddi dati (potete andarli a vedere sull'annuale rapporto ANICA o se avrete pazienza sull'ancor più dettagliato rapporto Cinecittà Holding (e questo nome può essere scritto solo con la "C").

I film ialiani prodotti sono 90 (68 nel 2005)

Gli investimenti totali sono amentati del 35% in un anno, con un aumento di capitali privati del 20% (questi folli imprenditori c'hanno messo 214 milioni di euro di tasca loro, ma che benefattori!)

I finanziamenti statali, tra ex art.8, OPS, sviluppo sceneggiature e ICN sono 47milioni di euro (ma il cinema non sarebbe morto senza i soldi dello stato si diceva!)

In Finanziaria 2008 si sta estendendo l'obbligo di programmazione e di investimento in cinema europeo anche a SKY. E' inserito inoltre il credito d'imposta per le produzioni cinematografiche nazionali (per tutte le imprese del settore ed a quelle esterne che investono!)

Un film medio in Italia costa 2,04 milioni di euro, in Francia tra i 7 e gli 8...e Mel Gibson quando era a Cinecittà per "The Passion" con 2 milioni ha pagato il catering della produzione! (ah...e sta ancora aspettando che gli rimbosiamo l'IVA, chissà perchè non tornano più st'americani a Roma)

Il Theatrical (la sala) ha fatturato 546 Milioni di euro, con una quota mercato italiana di 135 milioni (passando dal 19% del mercato nel 2001 al 24% nel 2006). Per il 2007 si evede un box office record!

Il mercato dell'home video ha fatturato quasi 1 MILIARDO di euro

I pasaggi televisivi non ci è noto, ma sono passati fra vecchi e nuovi 1300 film italiani nelle tv generaliste....e chissà quanti su SKY!

C'è poi tutto l'indotto dell'audiovisivo (industrie tecniche, settore produzione pubblicità, editoria, ecc)

Per essere un malato grave, "alla canna del gas" come mi ha detto il direttore generale di Cinecittà Studios, mi sembra che la sua degenza sia in un splendida clinica dorata.

Solo che questo malato a forza di piagnucolare ha tutte le sue persone care al capezzale, tutti ad assisterlo e fior fior di specialisti a coccolarlo. Poi però l'altra sera lo visto sgattaiolare giù dalla finesta della clinica e farsi portare al "Jackie'o" dall'autista di un'auto tutta blu, dove lo aspettavano due ragazzete in minigonna e un signore elegante e tutto sudato con la borsa in una mano ed un contratto nell'altra...BUON DIVERTIMENTO!

Ste...